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al testo di Adielle
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Come il grano dei tuoi canti quando in rime benedici i segreti della vita ancora in auge perchè amai sempre dal verso delle cose controluce? Come il buio fosse la mia colpa primordiale di appartenere a tutto ciò che fugge e non dura la sostanza e il suo passare. Ho letto parole favolose che dio benedica le vostre bocche sanguinarie per il fatto di aggiustare il mio rapporto di equilibri quando trascorro troppo tempo sull' abisso che mi vede tornarvi a distanze irregolari come ago nelle vene delle carni che trasmuta la materia del contendere in archivi di pensiero d' aggiornare ogni volta che il sangue ha fame, tutte le volte che affama. Due ne ho amate, nella mia vita di versatile codardo e in due hanno scelto destini da me assai lontani ma il riverbero delle loro voci ormai domate ancora mi risveglia da sogni tutti uguali. Non essere mai abbastanza è il mio marchio di fabbrica la corrente industriale che attraversa le mie brame statemi accanto quando anch' io non mi basto a sopravvivere non lasciatemi andare oltre i confini della notte da cui si torna come morti senza più niente altro in cui sperare o grandissime bugiarde, pescate dai miei nomi a piene mani finchè possa resuscitare a nuova vita come acqua dalle crepe della terra. Una, nessuna, centomila volte più di sempre.
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